sabato 21 luglio 2012

CURRICULUM VIATAE: DECISIONI SELEZIONATORI

Tutto in pochissimi istanti. I selezionatori dedicano alla lettura di un curriculum davvero poco tempo. Un tempo di gran lunga inferiore a quello che loro stessi dichiarano di impiegare. A dirlo è il loro sguardo. Che non può mentire, perchè quando è stato misurato, ironia della sorte, non sapeva neppure di essere scrutato e valutato. Tutte le ricerche, fino a oggi, hanno sempre mostrato che per valutare un curriculum chi si occupa di selezione, impiega almeno cinque minuti. Ultima indagine a confermare questo dato è quella di Robert Half International, la multinazionale di recruitrment specializzato, pubblicata in questi giorni. Secondo la ricerca il 37% dei direttori del personale ha dichiarato di avere bisogno di un tempo compreso tra cinque e dieci minuti, un altro 11% di utilizzare tra dieci e venti minuti e un altro 10% anche più di venti minuti. Solo meno di un terzo di loro ha confessato di trovare sufficiente un tempo inferiore ai cinque minuti. Ma questi dati sembrano essere smentiti dalla più recente delle ricerche che ha utilizzato per prima volta la rivoluzionaria tecnica dell'eye tracking per l'ambito della ricerca del personale e li ha seguiti per dieci settimane nella loro attività di selezionatoi mentre valutavano i curriculum. La metodologia dell'eye tracking registra e analizza dove e, soprattutto, quando a lungo una persona fissa il proprio sguardo mentre raccoglie un'informazione o svolge un'attività. Ebbene, i selezionatori impiegano solo 6 secondi per analizzare un curriculum e nella lettura seguono un percorso visuale ben preciso. E tanto più linearmente e professionalmente il cv è scritto, e tanto più facilmente, e rapidamente, ritrovano le informazioni che cercano. Che impieghino così poco tempo, in certi casi, è meglio anche per il candidato. Visto che quanto più lo sguardo è costretto a vagare in quello spazio di due paginette, dicono gli autori dell'indagine, tanto più i selezionatori si sentono costretti a fare fatica a prendere una decisione. I decisori, insomma, preferiscono ritrovare un percorso che li agevoli a decidere in un brevissimo lasso di tempo. Le foto quindi, come ogni altra variazione grafica, finiscono per risultare come una distrazione, una perdita di tempo. Almeno rispetto a quelle informazioni che i selezionatori ritengono necessarie. L' 80% del breve tempo, trascorso a "valutare" il cv, viene impiegato sempre su sei precise informazioni che stanno davvero a cuore ai selezionatori: il nome del candidato, l'attuale posizione, l'azienda in cui lavora, la precedente azienda in cui si è lavorato, la durata dell'impiego e il titolo di studio. Va bene o non va bene, dipende da queste informazioni.
Quanto ai social network, i profili su queste piattaforme non sembrano essere così efficaci e leggibili, almeno rispetto a un cv ben scritto. Tra un curriculum in formato professionale e un profilo su Linkedin, gli occhi dei selezionatori sembrano muoversi con maggiore agio fuori dal social network. I primi vengono considerati facili da leggere del 55%. Questo perchè i profili, ad esempio su Linkedin, presentano un più elevato grado di complessità visiva. Anche per la presenza di altri elementi, anche pubblicitari, che riducono la capacità del selezionatore di individuare rapidamente tutte le informazioni essenziali. Inoltre l'immagine pubblicata cattura lo sguardo per il 20% del tempo portando, in qualche modo, fuori strada il selezionatore.
Gli esperti, al termine della ricerca, danno anche i loro consigli essenziali: insistere su un layout ben organizzato e una gerarchia visuale moto chiara. Allo stesso tempo, spiegano ancora gli autori, ci si deve preoccupare che il profilo online sia il più semplice possibile da leggere e non preveda elementi che visivamente catturano l'attenzione distogliendola dalle informazioni chiave

Nessun commento:

Posta un commento